lunedì 13 dicembre 2010

Arbitro lascia il campo grazie al 113; a Capistrello giocatore insultato con il termine “terremotato”

Mi scuso per la latitanza di queste ultime settimane, ma purtroppo altre esigenze non mi hanno permesso di aggiornare questo spazio. Sinteticamente, vi racconto due episodi molto tristi accaduti nei campi dilettantistici. Settimana scorsa, in provincia di Lucca, è successo di tutto durante l’incontro di terza categoria tra Centrolido e Atletico Forte dei Marmi, terminato 4-3 in favore degli ospiti. Dopo il ribaltamento del risultato in favore dell’Atletico forte dei Marmi (da 3-1 a 3-4), gli animi si sono oltremodo surriscaldati. Il direttore di gara è stato costretto ad espellere quattro giocatori del Centrolido, mentre un ragazzo dell’Atletico Forte è stato trasportato in ospedale, dopo aver riportato la frattura del setto nasale a seguito di uno scontro di gioco. A fine gara, l’arbitro, impaurito dall’andamento della gara, ha deciso di chiamare le forze dell’ordine per lasciare il campo con tranquillità.
Ancora peggio quello che è successo a Capistrello, in una partita di prima categoria. A pochi minuti dal termine, con il Capistrello in vantaggio per 3-2, l’arbitro assegna un calcio di punizione all’Oratoriana, squadra dell’aquilano. In quel frangente, secondo quanto riportato da abruzzoweb.it (qui l’articolo completo), un giocatore del Capistrello ha insultato Francesco Tartaglia, definendolo “terremotato”. Da lì in poi è scoppiata una rissa generale, con l’arbitro che è stato costretto a sospendere l’incontro. Tartaglia, per la furiosa reazione avuta dopo l’offesa ricevuta, ha preso cinque giornate di squalifica ed in più l’Oratoriana ha perso a tavolino l’incontro con il Capistrello (con conseguente multa di trecento euro). Solo due giornate di squalifica, invece, per l’avversario protagonista della brutta offesa.
La cosa sconfortante è che non si tratta del primo caso. Anche in altri campi abruzzesi, alcuni giocatori che militano in squadre dell’aquilano, sono stati, purtroppo, oggetto di insulti di questo tipo. A darne conferma sono alcuni calciatori coinvolti in prima persona in queste odiose vicende. A raccogliere gli sfoghi di questi calciatori è il legale Fabrizio Fiaschietti, che è stato tra i primi a denunciare casi di giocatori insultati e definitivi “terremotati”, così da scatenare una loro reazione scomposta. Che dire, oltre al danno anche la beffa per questi ragazzi che, dopo aver vissuto, sulla propria pelle, una sciagura del genere, devono sentirsi pure etichettati come “terremotati” durante una partita di calcio. Di certo, ci troviamo di fronte a dei modi davvero meschini di innervosire gli avversari. Ma d’altronde, è risaputo che quando pensi di aver toccato il fondo, proprio in quel momento devi iniziare a scavare…


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lunedì 29 novembre 2010

Il Colosimi “adotta” un giovane calciatore africano

Ritorno ad aggiornare il blog parlando di una bella storia accaduta in Calabria. A Colosimi, paese di poco più di mille anime situato nella Sila piccola, l’omonima squadra di calcio che milita nel campionato di prima categoria, ha letteralmente adottato un ragazzo di diciannove anni, Coulibaly Tiemoko, proveniente dalla Costa D’Avorio, integrandolo nella rosa della prima squadra. La storia di Tiemoko ricorda quella drammatica di molte altre persone che fuggono dai loro paesi con la speranza di trovare, in Italia, un futuro migliore. Coulibaly, infatti, è arrivato in Calabria con una carretta del mare. Durante questo viaggio della speranza, l’esistenza di Tiemoko è stata segnata da un evento tragico. Il diciannovenne ivoriano, infatti,  ha perso il padre, annegato durante la traversata del Mediterraneo.

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martedì 23 novembre 2010

Squadra intera colpita dal Daspo. In Umbria tecnico esonerato tramite sms

Fino ad ora, ero abituato a riportare nel blog delle risse che vedevano coinvolti giusto qualche calciatore e/o qualche dirigente delle due squadre presenti in campo. Ma quello che è successo alla periferia di Bologna un mese fa e che ha portato il questore della città felsinea, Luigi Merolla, ad emettere 19 Daspo (divieto di accedere a manifestazioni sportive), dimostra che il livello di violenza nelle serie minori o, peggio ancora, nei tornei amatoriali, sta raggiungendo dei picchi ragguardevoli. I fatti risalgono al 4 ottobre, quando, durante l’incontro del campionato amatoriale UISP (Unione italiana sport per tutti) tra Atc Dozza e Balcanico Romané (girone B), dopo un secondo cartellino giallo estratto dall’arbitro ai danni di un calciatore del Romané, in campo scoppia una vera e propria rissa. Gli atleti del Romané, in quel frangente, accerchiano l’arbitro, con conseguenti insulti e spintoni al direttore di gara. La zuffa si allarga, visto che dagli spalti scendono in campo alcuni pseudo tifosi a dare manforte ai giocatori del Romané. Rimangono coinvolti anche alcuni calciatori dell’Atc Dozza che subiscono l’aggressione degli atleti e dei tifosi avversari. Il bilancio è il seguente: partita sospesa mentre il risultato era di 3-3 e quattro persone all’ospedale con ematomi, fratture e lesioni varie, con prognosi che variano dai 10 ai 15 giorni.  All’arrivo dei carabinieri, i giocatori del Balcanico Romané si erano già dileguati, ma nella concitazione del momento, hanno dimenticato nello spogliatoio le loro tessere UISP che ha permesso alle forze dell’ordine di identificarli. E’ scattata così la radiazione dal campionato UISP del Balcanico Romané e, soprattutto, la decisione da parte del questore di Bologna, di vietare a 19  persone (15 serbi, un albanese, un marocchino e due italiani) l’ accesso ai luoghi (In Italia ed all’estero) dove su svolgeranno tutte le manifestazioni sportive di calcio di qualsiasi categoria, organizzate dalle federazioni sportive e dagli enti riconosciuti dal Coni, per una durata variabile dai due ad i tre anni.

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mercoledì 17 novembre 2010

Luca Pesce eroe del fair play. A Gazzaniga, invece, scena da “Mai dire gol”

Il calcio dilettantistico, per fortuna, non è fatto solo di risse e botte. Ogni tanto è giusto evidenziare anche qualche bell’episodio di fair play oppure qualche avvenimento particolarmente curioso. Il Secolo XIX riporta l’episodio avvenuto mercoledì scorso (clicca qui per l’articolo completo), nel corso del match tra Albingaunia e Valleggia, recupero del sesto turno del campionato di terza categoria ligure. Al 40’ della ripresa, Luca Pesce (nella foto), che milita nell’Albingaunia, entra in area di rigore avversaria ed una volta che il difensore centrale si avvicina per contrastarlo, si lascia cadere. L’arbitro ci casca ed assegna il rigore, ma Pesce riflette un attimo sulla “furbata” fatta in precedenza ed ammette di aver simulato. Risultato: cartellino giallo per il calciatore e partita che resterà bloccata sullo 0-0. Ma di certo Pesce ne avrà guadagnato in termini di stima e considerazione. La notizia è arrivata poi nella redazione del Secolo XIX che dedica un bel pezzo al giocatore in questione, che divide il tempo della sua giornata tra il lavoro in un supermercato ed i suoi due amori: la fidanzata Valeria ed il calcio.

L’eco di Bergamo, invece, riporta sul suo sito online (clicca qui per l’articolo completo), un episodio particolarmente buffo avvenuto durante il match tra Virtus Oratorio Gazzanica ed Amici Mozzo, girone B del campionato di Seconda categoria lombardo. Al 35’ della ripresa, con il risultato inchiodato sull’1-1, Comi, calciatore dell’Amici Mozzo, fa partire un cross verso il centro, l’estremo difensore Poli, ostacolato da Pelizzoli, riesce, nonostante tutto, a bloccare la palla in uscita. Dopo una piccola scaramuccia tra i due, Poli mette la palla a terra come per battere un calcio di punizione; ma dagli spalti e dalla panchina, i rappresentanti della squadra ospite, urlano che non è stato fischiato nessun calcio di punizione e Ceresoli, dopo un tentennamento iniziale, ruba palla al portiere e deposita in rete il gol del 2-1 in favore dell’Amici Mozzo. Per Poli, oltre al danno, anche la beffa, visto che, una volta incassato il gol, protesta in maniera vibrante nei confronti dell’arbitro (la signora Paola Martinelli di Bergamo), beccandosi, di conseguenza, il cartellino rosso. In questo caso, quindi, la battuta appare scontata: “Caro Poli, vatti a fidare degli amici”…

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martedì 16 novembre 2010

Vasanello: guardalinee esagitato picchia diciottenne con la bandierina

Novembre sembra essere un mese fertile per gli episodi di violenza nel calcio dilettantistico. Ed a farne le spese non sono solo gli arbitri, come ho avuto già modo di raccontare in questo blog, ma anche giovani calciatori, come testimonia l’episodio successo domenica  a Vasanello, in provincia di Viterbo. A dieci minuti dal termine della gara del campionato juniores regionale, tra il Vasanello ed il Civitavecchia (con gli ospiti in vantaggio per 3-2), a seguito di uno scontro di gioco si accende un piccolo battibecco in campo. In quel frangente entra in azione il guardalinee/dirigente che entra nel rettangolo di gioco e, con la bandierina, sferra un colpo alla testa del malcapitato diciottenne Antonio Supino, calciatore del Civitavecchia. Lo scellerato gesto dell'improvvisato guardalinee scatena una rissa in campo, con il direttore di gara che non può far altro che sospendere l’incontro. Supino è stato poi accompagnato al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Paolo, dove gli è stato riscontrato un trauma cranico. L’arbitro, sul referto, sembra che abbia segnalato che i veri protagonisti della rissa sono stati i dirigenti e gli accompagnatori delle due squadre e non di certo i giovani calciatori. Un referto che, di conseguenza, potrebbe portare a delle squalifiche pesanti per i dirigenti protagonisti della zuffa ma, soprattutto, per l’infervorato guardalinee che ha colpito il povero Supino. Anche perché, il trend nelle ultime settimane, per quel che concerne le decisioni disciplinari prese nei campionati dilettantistici, è quello di punire con pesanti stangate i violenti. Ed il pungo duro potrebbe, si spera, far diminuire i casi di rissa nelle serie minori.

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martedì 9 novembre 2010

Tu mi cacci? Io ti picchio

Nei campi dilettantistici si sta ritornando alle “sane” abitudini di inizio stagione. Quando le cose vanno male, ci si può sempre scagliare contro l’arbitro per sfogare le frustrazioni di una partita incolore. A Castellarano, in provincia di Reggio Emilia, partita sospesa tra Real Castellarano  e Cavola (prima categoria, girone D), perché il direttore di gara, il signor Francesco Bocchi di Parma, è stato colpito da un pugno in pieno volto. A quindici minuti dal termine della partita, con i locali in vantaggio per 3-0, Simone Fiorani, calciatore del Cavola, sdraiava a terra un calciatore del Real Castellarano. L’arbitro, vista anche la pericolosità dell’intervento di Fiorani, non poteva far altro che estrarre il cartellino rosso nei confronti del difensore ospite, che, dal canto suo, non ha preso per nulla bene la decisione del direttore di gara, tanto da reagire all’espulsione con un pugno assestato sul volto del fischietto di Parma. Dopo il colpo ricevuto, l’arbitro è stato soccorso dagli operatori della Croce Rossa e trasportato, in seguito, al Pronto Soccorso di Scandiano, dove, per fortuna,  è stato dimesso poco dopo. 

 Episodio analogo anche in Puglia, dove, però, le conseguenze potevano essere ben più gravi, visto che i protagonisti della zuffa erano molteplici. A Triggiano, infatti, l’arbitro è stato costretto a sospendere il match tra Eagles Triggiano e Carovigno. Il momento chiave della partita arriva intorno al 25’ del primo tempo, quando il signor Calvaruso di Casarano, sventola il secondo cartellino giallo ai danni del giocatore del Triggiano, Carofiglio, a seguito di un brutto fallo ai  danni del calciatore ospite Basso (nella foto. Da qui la situazione degenera, con l’arbitro preso di mira dai calciatori e da alcuni dirigenti di casa. Il direttore di gara finisce a terra e solo l’intervento delle forze dell’ordine evita il peggio, anche se l’arbitro dichiara chiuso il match perché mancano le condizioni di sicurezza per andare avanti. La rissa non finisce qui: al momento del rientro negli spogliatoi, Carofiglio rifila un calcio all’addome a Basso, che era ancora a terra dolorante per l’intervento subìto in precedenza. In quel momento si è rischiato il peggio, ma, fortunatamente, la squadra ospite non ha risposto alla provocazione e Basso, per buona sorte, non ha riportati gravi danni.
Il clima di tensione che si respira nei campi dilettantistici, in particolare nei confronti dei direttori di gara, non accenna a diminuire. Non è un buon segno, anche perché spesso gli arbitri si trovano a dirigere delle partite, senza nessun tipo di tutela e senza i rappresentati delle forze dell’ordine a salvaguardare il buon andamento dell’incontro. Di questo passo gli episodi di violenza non accenneranno a diminuire, anzi, semmai, la situazione non può far altro che degenerare. Solo a quel punto, poi, qualcuno che sta ai vertici del “sistema calcio” si degnerà di analizzare (marginalmente si intende…) il problema, con decisioni approssimative che di certo non risolvono i problemi alla radice. Ma, alla fine, siamo in Italia. Mica si può pretendere di risolvere i problemi con efficacia…


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giovedì 4 novembre 2010

Il coraggio di Luigi Iaccarino: il bomber senza un braccio

La storia di Luigi Iaccarino dovrebbe essere un modello per tutti. Rappresenta, infatti, l’esempio emblematico che le difficoltà  ed i problemi sera della vita, si possono affrontare con successo grazie all’impegno, alla determinazione e, soprattutto, alla voglia di vivere e di non arrendersi mai. Il diciassettenne Iaccarino è un attaccante che, grazie alle belle prestazioni nella juniores dell’Ercolanese (tre reti nei primi quattro incontri di campionato), si è guadagnato già tre presenze nella prima squadra, che gioca nel campionato di Eccellenza campano. La sua storia sembra simile, se non identica, a molti giovani calciatori che si affacciano, per la prima volta, nei campionati dilettantistici. Ma Iaccarino è portatore di handicap; è privo, fin dalla nascita, dell’avambraccio destro. Questo handicap non gli ha precluso la possibilità di portare avanti la sua grande passione, ossia giocare a calcio.
Nell’intervista rilasciata al quotidiano Metropolis e ripresa poi da molte testate online, Iaccarino ha parlato con franchezza  della sua situazione, spiegando che le esperienze di vita gli hanno insegnato a non mollare mai, non fermandosi, di conseguenza, di fronte alle prime difficoltà. Ha anche aggiunto che, per fortuna, non ha trovato nessun medico che gli abbia precluso la possibilità di giocare a calcio. Anzi, ha trovato molte persone, durante il suo cammino, che lo hanno incitato ad andare avanti. La storia di Iaccarino ricorda, in parte, quella di un calciatore più celebre, ossia Julio Gonzalez, ex centravanti paraguaiano del Vicenza che, nel gennaio del 2006, a seguito di un grave incidente stradale, ha subìto l’amputazione del braccio sinistro. Gonzales, come ricorderete, è ritornato, sia pur brevemente, a calcare i campi da gioco nel suo paese.

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