Novembre sembra essere un mese fertile per gli episodi di violenza nel calcio dilettantistico. Ed a farne le spese non sono solo gli arbitri, come ho avuto già modo di raccontare in questo blog, ma anche giovani calciatori, come testimonia l’episodio successo domenica a Vasanello, in provincia di Viterbo. A dieci minuti dal termine della gara del campionato juniores regionale, tra il Vasanello ed il Civitavecchia (con gli ospiti in vantaggio per 3-2), a seguito di uno scontro di gioco si accende un piccolo battibecco in campo. In quel frangente entra in azione il guardalinee/dirigente che entra nel rettangolo di gioco e, con la bandierina, sferra un colpo alla testa del malcapitato diciottenne Antonio Supino, calciatore del Civitavecchia. Lo scellerato gesto dell'improvvisato guardalinee scatena una rissa in campo, con il direttore di gara che non può far altro che sospendere l’incontro. Supino è stato poi accompagnato al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Paolo, dove gli è stato riscontrato un trauma cranico. L’arbitro, sul referto, sembra che abbia segnalato che i veri protagonisti della rissa sono stati i dirigenti e gli accompagnatori delle due squadre e non di certo i giovani calciatori. Un referto che, di conseguenza, potrebbe portare a delle squalifiche pesanti per i dirigenti protagonisti della zuffa ma, soprattutto, per l’infervorato guardalinee che ha colpito il povero Supino. Anche perché, il trend nelle ultime settimane, per quel che concerne le decisioni disciplinari prese nei campionati dilettantistici, è quello di punire con pesanti stangate i violenti. Ed il pungo duro potrebbe, si spera, far diminuire i casi di rissa nelle serie minori.
martedì 16 novembre 2010
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