martedì 9 novembre 2010

Tu mi cacci? Io ti picchio

Nei campi dilettantistici si sta ritornando alle “sane” abitudini di inizio stagione. Quando le cose vanno male, ci si può sempre scagliare contro l’arbitro per sfogare le frustrazioni di una partita incolore. A Castellarano, in provincia di Reggio Emilia, partita sospesa tra Real Castellarano  e Cavola (prima categoria, girone D), perché il direttore di gara, il signor Francesco Bocchi di Parma, è stato colpito da un pugno in pieno volto. A quindici minuti dal termine della partita, con i locali in vantaggio per 3-0, Simone Fiorani, calciatore del Cavola, sdraiava a terra un calciatore del Real Castellarano. L’arbitro, vista anche la pericolosità dell’intervento di Fiorani, non poteva far altro che estrarre il cartellino rosso nei confronti del difensore ospite, che, dal canto suo, non ha preso per nulla bene la decisione del direttore di gara, tanto da reagire all’espulsione con un pugno assestato sul volto del fischietto di Parma. Dopo il colpo ricevuto, l’arbitro è stato soccorso dagli operatori della Croce Rossa e trasportato, in seguito, al Pronto Soccorso di Scandiano, dove, per fortuna,  è stato dimesso poco dopo. 

 Episodio analogo anche in Puglia, dove, però, le conseguenze potevano essere ben più gravi, visto che i protagonisti della zuffa erano molteplici. A Triggiano, infatti, l’arbitro è stato costretto a sospendere il match tra Eagles Triggiano e Carovigno. Il momento chiave della partita arriva intorno al 25’ del primo tempo, quando il signor Calvaruso di Casarano, sventola il secondo cartellino giallo ai danni del giocatore del Triggiano, Carofiglio, a seguito di un brutto fallo ai  danni del calciatore ospite Basso (nella foto. Da qui la situazione degenera, con l’arbitro preso di mira dai calciatori e da alcuni dirigenti di casa. Il direttore di gara finisce a terra e solo l’intervento delle forze dell’ordine evita il peggio, anche se l’arbitro dichiara chiuso il match perché mancano le condizioni di sicurezza per andare avanti. La rissa non finisce qui: al momento del rientro negli spogliatoi, Carofiglio rifila un calcio all’addome a Basso, che era ancora a terra dolorante per l’intervento subìto in precedenza. In quel momento si è rischiato il peggio, ma, fortunatamente, la squadra ospite non ha risposto alla provocazione e Basso, per buona sorte, non ha riportati gravi danni.
Il clima di tensione che si respira nei campi dilettantistici, in particolare nei confronti dei direttori di gara, non accenna a diminuire. Non è un buon segno, anche perché spesso gli arbitri si trovano a dirigere delle partite, senza nessun tipo di tutela e senza i rappresentati delle forze dell’ordine a salvaguardare il buon andamento dell’incontro. Di questo passo gli episodi di violenza non accenneranno a diminuire, anzi, semmai, la situazione non può far altro che degenerare. Solo a quel punto, poi, qualcuno che sta ai vertici del “sistema calcio” si degnerà di analizzare (marginalmente si intende…) il problema, con decisioni approssimative che di certo non risolvono i problemi alla radice. Ma, alla fine, siamo in Italia. Mica si può pretendere di risolvere i problemi con efficacia…


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